Con gioia vi vogliamo trasmettere qualcosa della nostra vita qui, a Genova.
Per tanti che non ci sono mai stati, parlare di Genova significa mare, porto, turisti, crociere…Quando ci vivi, ti accorgi che è molto di più.
Genova!
È un paesaggio bellissimo che si affaccia sul mare. Quante case, quanti palazzi, quanti colori. E tutti così vicini, quasi attaccati gli uni agli altri, separati da quelle bellissime vie, strette, strette che qui a Genova chiamano carruggi. Lungo le strade è un continuo va e vieni di gente, di tutti i colori, sia nel vestito che dal colore della pelle.
Genovesi doc? “Ne trovi pochi! – dicono alcuni scherzando. Eppure ci sono, ci vivono accanto, a volte anche senza averlo scelto, tra i molti ecuadoriani, albanesi, rumeni, peruviani, senegalesi, indiani, nigeriani, marocchini, ivoriani…. che sono arrivati qui in cerca di …vita!
Tra i Carruggi, si incrociano molti immigrati lì ci vivono, passeggiano, ridono e cantano, ma anche soffrono e sperano. Li vedi camminare veloci, trascinando il loro borsone di plastica blu: vanno al “mercato degli africani” per cercare di vendere qualcosa. Ormai ne conosciamo alcuni, le loro storie le portiamo nelle nostre preghiere, a volte interroghiamo il Signore: “perché tanta sofferenza? Abbiamo conosciuto due ragazzi provenienti dal Burkina Faso, è stato normale chiedere perché hanno lasciato la loro terra, le loro famiglie: “Credevamo di trovare un lavoro migliore di quello lasciato al paese”. Un altro ragazzo ci ha mostrato le ferite sulla schiena, conseguenza dei maltrattamenti ricevuti in Libia. “Non potevo più ritornare indietro, ho dovuto continuare il viaggio altrimenti sarebbe stata la fine per me”.
Genova! Una città artistica, con tante bellezze culturali e artistiche: musei, chiese, piazze, mostre… tante bellezze artistiche, che ci parlano della fede che ha segnato questa terra e i suoi abitanti. Le chiese sono tante e così vicine. A noi che siamo abituate all’Africa, suona strano che ci siano parrocchie a poche centinaia di metri di distanza l’una dall’altra. In tutte le chiese sono disponibili guide turistiche, molto preparate, che accompagnano i visitatori quando entrano. E i turisti sono tanti, tanti italiani, ma anche tanti stranieri, attratti dal bello, dalla storia che queste chiese contengono.
Cosa triste, per noi religiose: è vedere che pochi, entrando in una chiesa, si accorgono della Sua Presenza. Davanti al tabernacolo, si passa senza un segno di saluto… e come si potrebbe farlo se non si è capito che lì c’è LUI?
Genova! Dove la Chiesa è impegnata in prima linea, per accogliere in un solo abbraccio “fratelli e sorelle”, tutti coloro che soffrono, che sono soli, che non hanno un posto dove abitare, dove lavarsi, dove mangiare. Le mense per i poveri si moltiplicano, perché il numero dei poveri sta crescendo. Ogni mercoledì noi suore ci uniamo alla comunità di sant’Egidio per dispensare la cena a centinaia di persone: i numeri parlano chiaro, 500 e più persone!
Alla “casetta” gestita da Auxilium, dove svolgiamo il nostro servizio il venerdì, accogliamo i senza-fissa dimora che vengono per una doccia calda. Con i laici, e volontà ti, siamo lì ad aiutare chi viene per lavarsi, per cambiare gli abiti, per portare i vestiti sporchi in lavanderia, oppure per andare al deposito bagagli dove hanno tutto il loro guardaroba. Dormono per strada, in stazione, nei giardini della città, alcuni dicono che trovano un posto al pronto soccorso. Altri hanno degli angoli privati in città: sotto i portici. Quante volte, dopo aver aiutato questa gente, ci ritroviamo insieme per dirci:non ci accorgiamo, quanto siamo fortunate! Perché a me, a noi è dato di avere una casa, una vita di intimità, una famiglia, un luogo dove vivere, riposarmi, sentirmi a mio agio… e ad altri questo non è concesso?
Genova, come purtroppo tante altre città, è luogo dove tante donne sono vittime della tratta. Di giorno e di notte le incontri. Passi vicino a loro, ti salutano, alcune ti danno la mano, altre ti chiamano per scambiare due parole. Da alcuni mesi abbiamo avuto la fortuna di incontrare degli amici dell’Associazione “Comunità Papa Giovanni” che lavorano molto anche qui a Genova, per portare Gesù e la sua liberazione a chiunque vive una “non vita”. Fondata nel 1968 da don Oreste Benzi la Comunità Papa Giovanni è impegnata per contrastare l’emarginazione e la povertà. La condivisione diretta con gli emarginati, i rifiutati, i disprezzati è una strada scomoda, che obbliga a non chiudere gli occhi sulle ingiustizie. Con loro abbiamo iniziato ad uscire la notte, per incontrare le ragazze vittime della tratta. E a loro si porta Gesù, solo Gesù, la sua Parola, il suo invito ad una vita più bella, degna di essere vissuta. Quante di loro vorrebbero cambiare vita, ma non è così semplice, ci sono paure e ricatti che bloccano. Ma con Gesù dobbiamo credere che tutto è possibile!
Genova ha anche due case penitenziarie – carceri – e noi siamo inserite nel carcere di Pontedecimo, dove uomini e donne scontano la loro pena, per un male forse commesso …li incontriamo ogni sabato per la santa messa. Mentre il martedì, siamo disponibili per parlare con chi lo desidera e per fare qualche prova di canto. Piccole attività, ma importantiper quelle persone che aspettano quel breve momento per stare un po’ insieme, per dire due parole, per sorridere e ricevere qualche parola di conforto. A volte, durante la messa del sabato, ci accorgiamo che manca qualcuna … Olivia, non si vede da alcune settimane. Chiediamo notizie e ci dicono che è chiusa in cella, non vuole vedere nessuno, è in crisi depressiva … giorni prima ci aveva condiviso di avere cinque figli e che desiderava avere loro notizie …
Genova! È il porto antico che attrae tante famiglie, tanti giovani, per serate divertenti, con birra e pizza … “È lì che dobbiamo andare, Uscire con una chitarra e un tam-tam”, – per trasmettere un messaggio bello, pulito, di pace, a chi passa e magari si ferma incuriosito ad ascoltare.
Così hanno fatto padre Lorenzo, sr Anicette, sr Evelyn, sr Annamaria … con un gruppo e giovani italiani e africani. A due a due, dopo un momento di canti insieme e di danze, ci si avvicinava ai gruppetti di giovani che incuriositi, si fermavano a guardare. Dopo un primo momento di conoscenza reciproca, si chiedeva loro di scrivere in un foglietto, ciò che ciascuno desiderava, di più grande di più vero, per la propria vita e per gli altri. Questi desideri li abbiamo poi presentati all’altare, durante la messa domenicale alla chiesa S. Maria di Castello.
Questa pastorale, questa missione della prossimità è quella ripetutamente desiderata da papa Francesco per essere veri discepoli e apostoli di Gesù Cristo: «la Chiesa è chiamata ad uscire da se stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali: quelle del mistero del peccato, del dolore, dell’ingiustizia, quelle dell’ignoranza e dell’assenza di fede, quelle del pensiero, quelle di ogni forma di miseria»
Amici carissimi, questa è la nostra Genova. È qui che il Signore ci ha chiamate a porre la nostra tenda, in mezzo alla città, per toccare con mano, ma soprattutto mettendoci il cuore, per fare un po’ strada con chi qui ci vive, lotta, soffre, tende la mano per un desiderio di incontro e di amicizia.
Sosteneteci con la vostra preghiera. Ciao.
Sr Alma, sr Anicette et sr Evelyn, NSA.