Ed eccoci finalmente nel 2025! Anno del Giubileo, anno della Speranza.

Ci lasciamo alle spalle un 2024 in chiaroscuro. Alle buone notizie, che sembrano rare perché difficilmente assurgono alla ribalta nazionale, si contrappongono le guerre in corso, le difficoltà economiche, la crisi climatica. Anche nelle nostre vite familiari e di comunità ricordiamo un anno di gioie e fatiche. A ciascuno di noi l’invito a riflettere sul proprio anno, in questo tempo di passaggio dal vecchio al nuovo, e di metterlo nelle mani del Signore, perché guarisca le ferite, calmi l’ansia e converta il male in bene. 

Affidiamo a Dio in particolar modo l’Africa e gli africani, in un anno che ha visto grandi dolori e piccoli germogli crescere. Ripercorriamo l’anno concluso e preghiamo per questo grande continente. 

Il 2024 non è stato un anno di grandi soddisfazioni per chi segue l’attualità africana.

La guerra in Sudan ha continuato a infuriare, senza nessun tentativo evidente di mettervi fine e creando le condizioni per una drammatica carestia. La crisi del debito continua ad attanagliare molti paesi (quasi venti), ostacolando la loro crescita economica. Il carovita ha fatto scoppiare un gran numero di proteste. I paesi del Sahel guidati da giunte golpiste hanno continuato sulla loro strada, senza aperture democratiche. I cambiamenti climatici hanno continuato a sconvolgere il continente, con siccità epocali e alluvioni devastanti. Non si contano le vittime e i danni causati dal ciclone in Mozambico, Malawi e Zimbabwe.

Sembra non ci sia molto di cui rallegrarsi, ma ad uno sguardo più approfondito si scorgono anche germogli di speranza per l’anno che verrà.

1) La lotta contro la malaria prosegue con le campagne di vaccinazione dei bambini

Nel 2024 due paesi africani, Capo Verde ed Egitto, hanno debellato la malaria. Altri diciannove, tra cui Camerun, Burkina Faso e Repubblica Centrafricana, hanno lanciato delle campagne di vaccinazione dei bambini contro la malattia. L’Africa è il continente più colpito dalla malaria: nel 2022 ha registrato circa il 94 per cento dei casi a livello globale e il 95 per cento dei decessi correlati, di cui quasi l’80 per cento riguardava bambini di età inferiore ai 5 anni. Nel marzo 2024 i ministri della sanità di undici paesi africani si sono impegnati a porre fine alla malaria firmando la dichiarazione di Yaoundé. La loro promessa è che “nessuno deve più morire di malaria”. 

Preghiamo affinché gli Stati africani concedano cure gratuite contro la malaria e le grandi case farmaceutiche continuino la sperimentazione del nuovo vaccino.

2) In vari paesi africani le elezioni e i relativi passaggi di potere si sono svolti pacificamente

Dal Senegal, con la sorprendente elezione a presidente del giovane Bassirou Diomaye Faye, al Ghana, dove è tornato al potere John Mahama, passando per il Botswana, dove ha perso il partito al potere dal 1966, il Somaliland e Mauritius, elettori e politici hanno dimostrato maturità democratica. Secondo l’analista Nic Cheeseman questa tendenza potrebbe continuare nel 2025 con le presidenziali in Malawi, previste per settembre.

Preghiamo perché il Signore conceda all’Africa responsabili di governo che supportino lo sviluppo umano e sociale delle popolazioni.

 3) La generazione Z si sveglia

Alla fine di giugno in Kenya, per contestare una legge di bilancio considerata iniqua, migliaia di giovani della generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012) sono scesi in piazza pacificamente per giorni, sfidando la repressione governativa, finché non hanno ottenuto il ritiro del provvedimento. Il loro esempio ha ispirato anche i loro coetanei ugandesi e nigeriani a manifestare contro i loro governi.

Preghiamo per i giovani, perché in ogni parte del mondo possano crescere con esempi adulti positivi, possano seguire i loro sogni e diventare cittadini attivi e innovativi per lo sviluppo dei propri paesi.

4) Medaglie olimpiche

Alle Olimpiadi di Parigi gli atleti e le atlete africane si sono distinti. Tra le tante medaglie conquistate, vorrei ricordare l’emozionante oro dell’atleta del Botswana Letsile Tebogo, che ha vinto la finale dei duecento metri (e per questo è stato poi accolto con tutti gli onori nel suo paese) e la medaglia d’oro nei pesi welter della pugile algerina Imane Khelif. Vale la pena citare anche la prima medaglia vinta dalla squadra olimpica dei rifugiati, con il bronzo conquistato da Cindy Ngamba, camerunese che ha ottenuto l’asilo politico nel Regno Unito. Fa molto ben sperare anche la partecipazione della squadra di basket del Sud Sudan, le Bright stars, che in pochi anni ha ottenuto grandi risultati.

Preghiamo perché lo sport sia sempre più un mezzo di fratellanza universale.

5) Largo agli artisti e creativi africani

La curatrice camerunese Koyo Kouoh è stata incaricata della direzione artistica della Biennale di Venezia nel 2026. Dopo la ghaneana-scozzese Lesley Lokko, che ha curato l’ultima Biennale di architettura, arriva un altro riconoscimento per il lavoro svolto dai creativi e dagli artisti del continente. Kouoh si è fatta conoscere nel resto del mondo per il lavoro svolto al museo d’arte contemporanea Zeitz Mocaa di Città del Capo, probabilmente il più importante del continente.

Preghiamo perché sia dato sempre più spazio alla creatività dei giovani africani nel proprio continente e nel mondo intero.

6) Il settore turistico tira

Il Marocco e l’Egitto si sono contesi il titolo di paese che ha attirato più turisti nel 2024. Il Marocco ha compiuto il sorpasso con più di 16 milioni di visitatori tra gennaio e novembre, con un aumento del 20 per cento rispetto all’anno scorso, complice la relativa stabilità del regno rispetto ad altre aree del mondo. Per l’anno prossimo le autorità marocchine sperano di richiamare 17,5 milioni di turisti, contando anche su grandi eventi come la Coppa d’Africa, prevista per la fine di dicembre del 2025. L’Egitto intanto ha annunciato l’apertura parziale del suo Grande museo egizio del Cairo, un mega progetto in cantiere da anni, che è pronto ad accogliere quattromila visitatori al giorno.

Preghiamo perché il turismo in Africa si sviluppi sempre più, come importante risorsa economica e apertura all’altro, diventando al contempo ‘turismo responsabile’, capace di rispettare e valorizzare le culture del continente.

7) Grandi progetti infrastrutturali

Nel 2024 si è parlato molto di ferrovie, prima su tutte il corridoio di Lobito, e di altri grandi investimenti in Africa. Non tutti sono pensati per portare benessere agli abitanti del continente, ma ci sono alcuni progetti in cantiere che potrebbero rivoluzionare la vita di milioni di persone. Cinque governi dell’Africa occidentale (Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin e Nigeria) si sono impegnati a investire nuovi fondi nel progetto per la costruzione di un’autostrada a sei corsie che collegherà Abidjan a Lagos, cambiando completamente i trasporti in questa regione. Intanto a Lagos, in Nigeria, è entrata in funzione la Blue line, il primo treno urbano della metropoli.