Siamo in piena Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18 – 25 gennaio), ma spesso ci sfugge la reale importanza di questo momento di spiritualità e di azione fraterna di fede comune. Cos’è? Come si svolge? Qual è la tematica di quest’anno?
La tematica del 2025 si ispira al brano del Vangelo di Giovanni: “Credi tu questo?” (Gv 11,26). Inoltre, il 2025 segnerà il 1.700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico.
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2025 assume un significato particolare anche perché coincide con l’anno giubilare e diventa così un triplice invito ad attingere all’eredità comune e ad approfondire la fede che unisce tutti i cristiani. E non solo.
“Credi tu questo?”: questa domanda di Gesù è il fondamento della fede cristiana.
È una domanda che percorre tutto il corso della storia e che ci interpella profondamente sul piano personale ed ecclesiale. Il brano scelto ci commuove perché ci richiama l’evento centrale della nostra fede: Gesù è risorto, è la risurrezione e la vita, la morte non ha l’ultima parola, ma è sommersa dalla risurrezione di Cristo.
Significa credere nella persona di Cristo e nel suo Spirito, sia nella storia e nella vita personale di ognuno di noi, sia come chiese cristiane. In questo tempo presente in cui ci sentiamo ‘piccolo gregge’ in un mondo diversamente credente o non più credente, i cristiani sono chiamati a credere e soprattutto vivere la fede in Gesù credendo alla sua Parola, credendo a ciò che può sembrare impossibile, perché il nostro è il Dio è dell’impossibile.
Anche nel cammino ecumenico si tratta di credere in Cristo nostra speranza, che nella sua Carne ha abbattuto il muro della divisione e ha fatto di due popoli una cosa sola (cfr. Ef 2, 14-15). Crediamo che l’ecumenismo non sia soltanto un lavoro diplomatico, incontro al vertice o l’intesa pratica in uno spirito di collaborazione per le diverse iniziative, ma sia innanzitutto incontro personale con Cristo, guardarlo negli occhi e credere in lui e nella sua forza trasformante.
Significa credere nello Spirito di Cristo che ci guida alla verità tutta intera. Noi cristiani delle diverse chiese crediamo che lo stesso Spirito che ha contraddistinto i primi cristiani a Nicea ci ha radunati insieme e ci sta facendo fare insieme un cammino di fraternità e di profonda accoglienza.
Il Concilio di Nicea che ricordiamo nell’anniversario dei 1700 anni della sua convocazione, è di profonda attualità anche oggi, perché ci offre l’immagine di un Dio che in se stesso è comunione, è dialogo, è amore: la Trinità come modello di unità nella diversità, dove ogni Persona della Trinità ha la sua specifica identità nella piena unità e nella totale donazione alle altre. Il Concilio di Nicea ci mostra la Trinità come modello dell’unica Chiesa di Cristo e ci ricorda che il cammino ecumenico si alimenta nell’amore reciproco che costituisce l’essere di Dio.
Ancora oggi ci viene chiesto: credi tu questo? E ancora oggi possiamo dire che crediamo fermamente in Cristo e nell’azione del suo Spirito, e crediamo che la divinizzazione dell’uomo, in comunione con gli altri nella reciprocità dell’amore, possa costituire il centro della ecclesiologia cristiana e la meta del cammino ecumenico: tutti uno in Cristo, risurrezione e vita. Che il Signore ci aiuti a proseguire in questo cammino!
Sul tema dell’unità dei cristiani e del dialogo interreligioso, si è espressa sr Sandra Catapano, suora NSA che ha vissuto 13 anni in Algeria. Sabato 18 gennaio è stata ospite e testimone all’incontro mensile NSA-SMA-Laici a Genova, dove ha portato la sua esperienza di suora missionaria in una chiesa piccola, ma unita e aperta, in un mondo quasi totalmente musulmano. Ha raccontato il bellissimo lavoro di ‘missione della porta accanto’, dell’essere costruttori di dialogo e di relazioni. E che Dio ha “altre pecore che non sono di questo ovile…”
“Per noi qui in Algeria, quale significato ha celebrare ogni giorno l’Eucaristia, per cosi pochi cristiani? l’Eucaristia, seppur provvista di un pugnetto di fedeli, diventa il luogo del Dono universale di noi per tutti, con Gesù, e il luogo per eccellenza dove possiamo offrire il “resto del mondo”, quella moltitudine per cui il Signore si è donato, quella parte di “gregge” per cui il Signore è pastore, che cerca di condurre lui stesso, a sé, pur restando in un altro ovile (Gv 10,16); anche in una delle preghiere eucaristiche si dice, “ti offriamo questo sacrificio anche per tutti coloro che ti cercano in verità”. TUTTI! Oltre il nostro piccolo gregge ecclesiale. L’Eucaristia è l’unico luogo comunitario di gratitudine dove ringraziamo per tutta l’umanità, dove affidiamo a Dio tutta l’umanità, insieme al sacrificio del Dio incarnato. E’ la Mensa Vitale a cui tutti possono partecipare per mezzo nostro, non perché li invitiamo per una conversione, ma dove spesso, quei vicini e amici musulmani, desiderano partecipare durante le grandi feste cristiane cattoliche, per capire come noi preghiamo….momenti in cui, anche se non condividono la nostra Fede, poiché credono semplicemente che Gesù sia un profeta, trovano comunque quella Pace che rallegra il cuore! Anche nel Corano si parla di una “mensa” (sura El-maida “la tavola” n.5) , che gli apostoli hanno richiesto a Gesù di far scendere sulla terra come segno per credere”; E se per vie a noi sconosciute il Signore, creatore e misericordioso volesse parlare al loro cuore attraverso l’Eucaristia …davanti al Mistero non possiamo che far silenzio, accogliere, raccoglierci e meditare.
Allora possiamo chiederci: se a Dio è piaciuto donare ad altri (i musulmani), un accesso alla conoscenza di sé attraverso il Gesù profeta, non dovremmo forse rallegrarci e ringraziare il Signore? In tutto ciò che Dio ha compiuto nella storia umana vi è un senso che noi capiremo solo quando ci ritroveremo tutti/e in paradiso. Come dice il Corano: (sura 5,48) “Cercate di gareggiare gli uni gli altri nelle buone azioni. Il vostro ritorno a tutti si farà verso Dio; Lui vi illuminerà allora, a riguardo delle vostre differenze!”. Per ora ci è dato di camminare insieme, nella conoscenza reciproca e sempre maggiore di Lui. Quanta libertà c’é nell’accogliere e rispettare le differenze e imparare ogni giorno ad avvicinarci gli uni gli altri come fratelli e sorelle, figli e figlie di uno stesso Padre creatore e amorevole perché Misericordioso.
Prossimamente sarà disponibile il video sul nostro canale youtube, che vi invitiamo già da ora a visitare!