Dal 6 all’8 febbraio 2025, Genova ha ospitato la XII edizione del Festival di Limes, un evento di rilevanza internazionale dedicato alla geopolitica e alle crisi mondiali attuali. Limes, infatti, è una seguitissima rivista mensile di geopolitica italiana.
Quest’anno, essendo a Genova, ho potuto partecipare ad qualche incontro e vorrei condividere alcune riflessioni su questa esperienza.
L’edizione 2025 del Festival di Limes, intitolata “L’ordine del caos”, ha visto la partecipazione di oltre 9.600 persone al Palazzo Ducale di Genova.
Ad accogliere i partecipanti (l’evento è gratuito e si accoglie fino al completamento dei posti disponibili), la mostra cartografica “107 mila”, chiamata così per i chilometri orari a cui viaggia la terra per compiere il giro di rivoluzione intorno al sole. Conosco bene le carte di Limes, usate spesso durante i nostri incontri di Educazione alla mondialità nelle scuole, per la loro semplicità e al contempo profondità nel mostrare visivamente in pochi istanti la problematica presa in esame. Infatti, la mattina prima dell’apertura del Festival, la mostra è stata aperta alle scuole ed è stata molto partecipata.
Durante tutto il Festival, gli interventi di esperti italiani e stranieri hanno offerto una panoramica dettagliata delle molteplici crisi geopolitiche in corso, inclusa la situazione americana, il confronto USA-Cina, la crisi della Germania e la guerra in Ucraina. È stato affascinante osservare come queste tematiche siano state esplorate da diverse prospettive, arricchendo il dibattito e offrendo spunti di riflessione per comprendere meglio il mondo che ci circonda.
Come suora missionaria, uno degli aspetti che mi ha colpito di più è stata l’apertura del Festival, con Lucio Caracciolo, presidente di Limes e gran conoscitore della situazione geopolitica mondiale (video del suo intervento a fondo pagina).
“Il motore primo della storia, a mio avviso, è l’amore. E il suo opposto, l’odio”. Ha esordito così, Caracciolo, e ha continuato dicendo che la situazione destabilizzante che stiamo vivendo deriva proprio dal “disordine dell’amore”. Un incipit interessante, che non mi sarei aspettata da un incontro del genere, anche se Lucio Caracciolo è persona credente e che ama fare vera e buona informazione.
Nei vari incontri ho apprezzato l’attenzione posta sulla resilienza e sulla speranza in tempi di crisi.
Gli interventi non si sono limitati a descrivere le situazioni di conflitto, ma hanno anche evidenziato l’importanza del dialogo, della collaborazione e della fede nel superare le avversità. Questa visione si allinea perfettamente con la nostra missione di portare speranza e sostegno alle comunità più vulnerabili e colpite da conflitti e ingiustizie. Soprattutto nelle terre dimenticate dell’Africa, dove guerre e ingiustizie si protraggono spesso nel silenzio dei media.
Durante il festival, ho avuto l’opportunità di incontrare e dialogare con persone provenienti da diversi contesti e con diverse esperienze di vita. Questi incontri hanno arricchito la mia comprensione delle dinamiche geopolitiche e mi hanno permesso di condividere il nostro impegno come suore missionarie di Nostra Signora degli Apostoli nel promuovere la giustizia, la pace e la dignità umana.
Ho apprezzato particolarmente il panel dedicato alle domande dei partecipanti, un momento di confronto che ha mostrato quanto sia sentita e condivisa la preoccupazione per le sfide globali.
Il Festival di Limes non è solo un’occasione per approfondire le conoscenze sulla geopolitica, ma anche un invito a riflettere su come possiamo contribuire, ciascuno nel proprio ambito, a costruire un mondo più giusto e pacifico. Come suore missionarie, la sfida è continuare a lavorare con dedizione e fede, ispirate dagli insegnamenti di Cristo e dei Fondatori, dalla forza della comunità, per portare luce e speranza nelle situazioni più buie. E far sentire la voce dei senza voce.
Che questo sia solo l’inizio di un cammino comune verso un futuro migliore!
Sr Giuliana Bolzan, NSA