Nel mese in cui ci risvegliamo alla primavera, sinonimo di rinascita e apertura alla vita, ci troviamo in un momento storico in cui per prima cosa abbiamo bisogno di pregare per la speranza!
Venti di guerra e rapporti tra le nazioni diventati molto precari e sempre più fondati sulla forza, ci chiedono di fermarci e pregare per la pace e per la giustizia, per il dono di ‘restare umani’.
Mercoledì è iniziato il tempo di Quaresima, un momento propizio per pregare perché la pace regni innanzitutto nei nostri cuori. Insieme alla Chiesa e al mondo, ci uniamo poi alla preghiera per la salute di Papa Francesco. Che Dio lo tocchi con le Sue mani tenere e guarenti e gli conceda una pronta guarigione, permettendogli di tornare presto alla sua missione.
Preghiamo per il popolo della Repubblica Democratica del Congo, dove la violenza continua a diffondersi, portando paura, sofferenza e sfollamento. La città di Bukavu, la seconda più grande nell’est del paese, è caduta nel conflitto, e i combattimenti a Goma hanno lasciato migliaia di morti e molti altri costretti a fuggire dalle loro case. Decenni di instabilità hanno creato una delle più grandi crisi umanitarie al mondo, lasciando milioni di persone nella paura e nell’incertezza. La popolazione è disperata per la pace, ma la risposta globale sembra lontana e lenta. In questo tempo di dolore e rabbia, preghiamo per la forza, la saggezza e la compassione.
Che Dio ci guidi ad ascoltare coloro che soffrono e ci aiuti a trovare modi per portare speranza e pace a chi ne ha più bisogno.
Ringraziamo il Signore per il Libano. Dopo cinque anni di crisi consecutive senza precedenti, il Libano sembra intravedere una luce di speranza, come ci racconta Sr Micheline Najjar, Provinciale NSA.
“Il Paese ha attraversato un periodo buio e doloroso, segnato da una profonda crisi economica, dalle terribili conseguenze della pandemia, dalla devastante esplosione al porto di Beirut nel 2020, dai conflitti armati, dall’estrema povertà, dalle migrazioni di massa e dalla distruzione di molte case e famiglie e, per due anni e mezzo, l’assenza di un Presidente della Repubblica. Questo insieme di catastrofi ha gettato la popolazione in una profonda disperazione e ha messo a dura prova la resilienza di un popolo abituato a superare le avversità”.
“Tuttavia” racconta sr Micheline, “il 9 gennaio 2025, due settimane dopo l’apertura dell’Anno Giubilare, un evento atteso da molto tempo ha riacceso la speranza: l’elezione di un nuovo Presidente della Repubblica, il generale Joseph Aoun, ex comandante dell’esercito libanese. Al suo fianco, il nuovo Primo Ministro, Nawaf Salam, eminente giudice internazionale ed ex ambasciatore del Libano all’ONU, che incarna una visione moderna e riformista. Queste due figure, riconosciute per la loro integrità e la loro competenza, sono portavoce delle aspirazioni di un popolo in cerca di ripresa e stabilità. Incarnano competenza, integrità e una visione focalizzata sulla ripresa nazionale”.
Joseph Aoun, conosciuto per la sua dedizione e imparzialità, e Nawaf Salam, formatosi ad Harvard e alla Sorbona, sono portatori delle speranze di un Paese che aspira a risorgere dalle sue rovine come la fenice che rinasce dalle sue ceneri.
Tuttavia, questa speranza nascente è unita alla prudenza. Le sfide che attendono questi nuovi leader sono titaniche: recuperare la fiducia dei cittadini e della comunità internazionale, rilanciare l’economia, ripristinare le istituzioni pubbliche e mantenere la stabilità in un contesto regionale instabile. I libanesi sanno che il cammino sarà lungo e pieno di insidie, ma scelgono di avere fede in questa nuova opportunità.
Le Suore NSA in Libano vivono queste prove e queste speranze con spirito di resilienza e fede. Ogni giorno si impegnano a fornire sostegno e conforto alle famiglie, ai giovani e ai bambini, in particolare nell’ambito educativo, offrendo loro una luce di speranza nell’oscurità. Nonostante le difficoltà, continuano ad attingere forza nel Signore, con la speranza di un Libano saldo, rinnovato e unito attorno ai valori della giustizia e della pace.