Negli antichi documenti della liturgia ambrosiana, la Settimana santa è chiamata Settimana «autentica», per dire che è la «vera» settimana dell’anno liturgico, la più importante, che chiama anche noi a diventare più autentici. Durante questa settimana, la Chiesa attraverso le pagine della Scrittura e le celebrazioni che scandiscono i vari giorni, ci fa quasi toccare con mano fin dove è giunta la “passione” del Signore per ognuno di noi. Una “passione” così forte e coinvolgente da far vivere a Gesù l’agonia, la cattura, la flagellazione e la morte in croce. Ma che passione è una passione così? È quel mistero d’amore così totale e potente per noi, che Gesù vive in sé e che lo porta a dare tutto se stesso fino a sconfiggere la morte! Nessuna parola può dire questo amore. È quindi nel silenzio abitato del nostro cuore che possiamo unirci a Lui, ascoltarlo e accompagnarlo verso la morte, che proprio per questo immenso amore diventa risurrezione per tutti!
Quest’ultima settimana quaresimale andiamo “insieme con le vite umili del Burkina Faso”, un piccolo paese d’Africa dove le suore NSA accompagnano un popolo che soffre, spesso dimenticato, e dove nella piccolezza di vite semplici si nascondono vere perle di passione-resurrezione. Sr Alma Comi (NSA) ne condivide alcune in particolare, che possono accompagnarci a vivere il Triduo pasquale…
Inanzitutto, “la liturgia non è una cosa da fare, ma una Persona da incontrare”.
Tenere fisso lo sguardo su Gesù è l’atto centrale della fede, da cui deriva ogni altra dimensione del vivere cristiano. Questo mi riporta con il pensiero agli amici di Diabo. Con loro ho vissuto 20 anni, e vi assicuro che lo sguardo fisso su Gesù me lo hanno insegnato loro: nella fatica del quotidiano, nella incertezza del domani, nella sofferenza a volte ingiusta, non si perdevano d’animo, ma sempre guardavano a Lui e riprendevano slancio. Ripetevano sempre questo proverbio: “Tond yaa we, tond ka ta piig ye” = “Noi siamo nove, non siamo dieci”. Cosa volevano dire? Che noi siamo qualcosa di grande, di bello, ma non siamo la perfezione, ci manca sempre un qualcosa e questo qualcosa ci viene dal Signore della vita: quindi corriamo verso di Lui!
GIOVEDI SANTO
“Rimetti la spada nel fodero”. Non essere violento, ma misericordioso. Perdona, anche se è duro, difficile, quasi impossibile… Nei momenti in cui sembra vincere sempre il più forte: “Rimetti la spada nel fodero”. L’esempio che ci lascia Edouard, un catechista di un villaggio di Diabo, uomo semplice, famiglia numerosa, dedito al lavoro, ci dimostra che è possibile. Durante la quaresima del 2023 ha incontrato la morte, e solo perché desiderava riprendersi l’asino che gli apparteneva, ricchezza per la sua famiglia. “Ho lavorato con lui e nel mio cuore rimane l’immagine di un uomo di fede e di compassione. Pronto a rischiare la vita per gli altri. Lascia dietro di sé un esempio di devozione e di sacrificio, e ricorda a tutti il valore della fede e del servizio disinteressato. La sua vita continuerà ad ispirare e guidare coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. E lui, Edouard, la spada non l’ha mai tolta dal fodero, anche se si sentiva in pericolo” (Padre Roger)
VENERDI SANTO
Eccoci giunti al giorno del dolore, dove è faticoso tenere lo sguardo fisso sul Sofferente, sguardo che ci attira a sé e ci dice: “Mi aiuti a portare la croce?”. Il Cireneo è l’uomo di ogni giorno che nel cammino della vita non abbassa lo sguardo, ma anzi, lo fissa forte davanti a lui e si fa carico del richiamo del bisogno, del dolore… Mi ricordo di Jean Paul, un ragazzino di 15 anni, una famiglia povera, che viveva del proprio raccolto. La mattina, prima di andare a scuola, partiva presto nei campi alla ricerca di un po’ di legna per permettere alla mamma di preparare il cibo alla famiglia. Poi di corsa a scuola, che amava tanto, ed era bravissimo. Quando rientrava, dopo la gioia di un buon piatto di riso, raggiungeva il papà rimasto nei campi, per la raccolta del miglio e lo aiutava, sapendo che il papà faticava per far vivere lui e la famiglia. Alla sera non mancavano momenti di gioia con gli amici, una partita al pallone o qualche danza con il tam-tam. Ma se qualche preghiera si svolgeva in chiesa, lui era sempre in prima fila, e sicuramente da quello sguardo posato sul tabernacolo, si sentiva spinto ad andare e “alzare lo sguardo” per vederLo in chi aveva bisogno di lui. Jean Paul, uno dei tanti Cirenei che ancora oggi credono e amano.
SABATO SANTO
Guardiamo a Colui che hanno trafitto. Contempliamo l’Uomo dei dolori che dorme il sonno della morte. Esultiamo perché ha vinto la morte e Vive. E insieme, come comunità di credenti, innalziamo la nostra lode al Dio della vita. Uniamo le nostre voci per celebrare Colui che sempre ci rialza, ci rinfranca, ci attrae e ci invia sulle strade del mondo, per dire a TUTTI che l’AMORE vince la morte ed è in mezzo a noi, fino alla fine dei giorni.
Maria rimasta in piedi alla croce, è discepola del Figlio e ci indica la strada della missione: Con Lei restiamo in preghiera nel Cenacolo, in attesa dello Spirito Santo, per concepire e generare Gesù in noi! Allora la nostra vita annuncia la Sua! È missione! Maria Regina degli Apostoli, prega per noi!