Il 6 gennaio abbiamo festeggiato l’Epifania, ultima grande festa natalizia, se si esclude la festa del Battesimo di Gesù che, domenica prossima, concluderà il Tempo di Natale e inaugurerà il Tempo ordinario.  

Con l’Epifania si celebra la prima manifestazione della divinità di Gesù all’intera umanità, con la visita solenne, l’offerta di doni altamente significativi e l’adorazione dei Magi, autorevoli esponenti di un popolo totalmente estraneo al mondo ebraico e mediterraneo. Avvenimento di fondamentale importanza in particolare per i missionari che oggi festeggiano questa “manifestazione” con tutti i popoli del mondo!

Il 6 gennaio, infatti, è anche la Giornata Missionaria Mondiale dei Ragazzi, e ci sono diverse Diocesi che hanno celebrato la FESTA DEI POPOLI.

In particolare nella nostra comunità di Genova si sono organizzate attività con le diverse Comunità Etniche. 

Sr Evelyn ha organizzato, insieme a p. Benjamin SMA, una giornata interamente dedicata all’incontro e conoscenza delle comunità africane, di diverso Paese e religione. Un passo in più nella conoscenza e nel rispetto reciproco. Hanno concluso con un ricco pasto multietnico e l’intenzione di ritrovarsi molto prima dell’anno prossimo!

Sr Anicette ha partecipato invece alla messa speciale in Cattedrale dedicata proprio alla Festa dei Popoli, dove ha accompagnato le donne fragili che segue alla scuola di italiano alla Chiesa delle Vigne.

Tante lingue, culture, etnie diverse. Ma un’unica preghiera, un’unica fede e un’unica Chiesa quella che è stata testimoniata in Cattedrale nella S. Messa per la Festa dei Popoli, il tradizionale appuntamento che a ridosso della festa dell’Epifania viene vissuto in Diocesi. Organizzato dall’Ufficio diocesano Comunità Etniche, coordinato da Mons. Piero Pigollo, quest’anno l’evento ha assunto un carattere ancora più speciale poiché vissuto nell’Anno Santo.

Questo è il primo evento giubilare che viviamo in Diocesi – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – ed è una grazia, un segno che vogliamo vivere questo Giubileo nel segno dell’universalità”.

Comunità africane, sudamericane, europee, asiatiche insieme per far sentire di appartenere a un’unica grande famiglia, tutti fratelli e sorelle in Cristo. “Non esiste – ha detto ancora Padre Tasca – nella Chiesa essere stranieri o ospiti, siamo tutti fratelli, ci unisce una sola fede e siamo un cuore solo e un’anima sola. Camminare insieme è la più bella testimonianza che possiamo dare del nostro essere Figli di Dio e credenti”.

L’augurio è quello di continuare a ‘camminare insieme’ seguendo la stella che ci indica il Signore. 

Come ci ricorda papa Francesco: 

I Magi ci insegnano ad alzare lo sguardo verso la stella e a seguire i grandi desideri del nostro cuore. Ci insegnano a non accontentarci di una vita mediocre, ma a lasciarci sempre affascinare da ciò che è buono, vero, bello…

Chiediamo la grazia di non perdere mai il coraggio: il coraggio di essere cercatori di Dio, uomini di speranza, intrepidi sognatori che scrutano il cielo e camminano sulle strade del mondo per portare a tutti la luce di Cristo, che illumina ogni uomo.”

In questo stesso giorno, la ‘luce’ del Signore è stata portata anche nel luogo considerato più lontano da essa: la prigione.

L’Arcivescovo di Genova è andato personalmente in visita nella prigione di Pontedecimo, dove ha celebrato la Messa e conferito tutti e tre i sacramenti dell’iniziazione cristiana a una detenuta e la Cresima a una seconda.

È stato un momento commovente, che ha fatto comprendere a tutti l’importanza di guardare costantemente alla Sua ‘luce’, nell’apertura a tutta l’umanità.