All’inizio, la festa di Ognissanti era una solennità religiosa che celebrava la gloria di tutti i santi e martiri del Paradiso. Poi è arrivato Halloween, la festa che ha preso sempre più piede nella nostra cultura, diventando un appuntamento fisso. Per i bambini, rappresenta un’occasione in più per partecipare a una festa in maschera, fare giochi e scherzi, travestiti da fantasmi o streghe.

Negli ultimi anni, le comunità parrocchiali hanno cercato di proporre un’alternativa che valorizzi il significato religioso della festa, durante la quale si celebrano i nostri santi protettori e gli angeli custodi. È nata così la festa di HOLY-WEEN, che si contrappone ad Halloween. Si gioca sulla parola HOLY = SANTO, messa al posto di HALLOW, termine che comunque in inglese significa “santificare, rendere santo” – l’origine del nome HALLOWEEN infatti deriva da Hallow e-en, forma contratta di All Hallow Even «VIGILIA DI TUTTI I SANTI».

Holyween è una simpatica iniziativa nata alcuni anni fa al fine di riportare l’attenzione sulla vigilia della festa di Tutti i Santi. In questo giorno, rendiamo omaggio ai nostri santi che hanno ispirato generazioni con la loro fede e il loro coraggio. Vengono quindi organizzate feste in cui i bambini si vestono con costumi ispirati ai santi e viene proposto di esporre fuori dalla propria abitazione, oratorio o chiesa l’immagine di un santo. Anche digitalmente, mettendo sul proprio profilo l’immagine di un santo. 

Le classiche zucche di Halloween vengono decorate mettendo immagini raffiguranti i santi protettori da collocare sulla parte anteriore delle zucche, contenenti all’interno una piccola candela, con la proposta di porle sul davanzale di ogni casa. Sono suggerimenti che pongono un segno: far risplendere la luce della fede, che dà senso a questa ricorrenza e che, attraverso l’esempio di nonni e bambini, potrà tornare a essere intesa e vissuta come “Festa della luce”!

Ciascuno di noi può scegliere una di queste proposte e viverla nella giornata di festa.

Per noi suore NSA, dedicate particolarmente all’Africa, è la buona occasione per far conoscere maggiormente i santi africani. Alcuni sono conosciuti, ma altri no. Ed hanno tutti una storia d’amore con Dio e con il suo popolo, da raccontare. L’Africa ha dato alla Chiesa molti santi straordinari. Pensiamo a Sant’Agostino, uno dei più grandi teologi della Chiesa e a sua madre Santa Monica, o a Santa Giuseppina Bakhita, che ha vissuto una vita di fede e servizio nonostante le difficoltà. E non dimentichiamo San Cipriano, un vescovo e martire che ha difeso la fede con coraggio, e San Carlo Lwanga, che ha sacrificato la sua vita per la sua fede. Se questi nomi ti sono sconosciuti è questa la buona occasione per scoprire chi sono e cosa hanno fatto!

Così scriveva Paolo VI nel 1967 nella lettera Apostolica (Motu proprio) Africae Terrarum: 

“Pensiamo alle Chiese cristiane d’Africa, l’origine delle quali risale ai tempi apostolici ed è legata, secondo la tradizione, al nome e all’insegnamento dell’Evangelista Marco. Pensiamo alla schiera innumerevole di santi, martiri, confessori, vergini, che ad esse appartengono. In realtà, dal sec. II al sec. IV la vita cristiana nelle regioni settentrionali dell’Africa fu intensissima e all’avanguardia tanto nello studio teologico quanto nella espressione letteraria”

Basti pensare ai nomi dei grandi dottori e scrittori, come sant’Atanasio, san Cirillo, luminari della Scuola Alessandrina. E cosa dire dei grandi santi del deserto, come Paolo, Antonio, Pacomio, primi fondatori del monachesimo, diffusosi poi, sul loro esempio, in Oriente e Occidente. E, tra i tanti altri, non vogliamo omettere il nome di san Frumenzio, chiamato Abba Salama, il quale, consacrato vescovo da sant’Atanasio, fu l’apostolo dell’Etiopia. Come se non bastasse, la città di Roma ha avuto tre santi Papi africani del calibro di Vittore I, Melchiade e Gelasio I, i quali, come scrisse nella stessa missiva Papa Montini «appartengono al patrimonio comune della Chiesa, e gli scritti degli autori cristiani d’Africa ancor oggi sono fondamentali per approfondire, alla luce della Parola di Dio, la storia della salvezza». 

Da rilevare che oggi, qui da noi, vi è scarsa conoscenza di queste figure. Quanti, ad esempio sanno a Roma che san Saturnino Martire, le cui reliquie sono custodite nella parrocchia a lui dedicata nel quartiere Trieste, era originario di Cartagine? E cosa dire di san Zeno, protettore di Verona, proveniva anch’egli dal Nord Africa? Ricordiamo ancora l’esperienza dei santi martiri d’Uganda, la beata Marie Clementine Anuarite dell’ex Zaire, il beato Ghebre-Micheal dell’Etiopia. Senza parlare dei santi più moderni… Insomma l’Africa è presente in Paradiso! Cogliamo l’occasione per conoscerla di più.